Esperienze di ristrutturazione

Ristrutturazioni a ostacoli

Intento di chiunque credo sia quello di arrivare a vivere una casa bella, accogliente, sufficiente per le proprie esigenze e magari anche qualcosa di più. Viviamo in un paese in cui, a differenza di molti altri dove gli affitti vanno per la maggiore, la casa di proprietà appartiene ancora alla nostra cultura, ed è considerato da molti ancora uno dei migliori investimenti nel lungo periodo. L'acquisto di una casa, e il suo iter è entusiasmante e per così dire elettrizzante. Si parte dalla ricerca di una casa in vendita, in un mercato immobiliare che oggi offre molto, si identifica la zona, la metratura, il prezzo, la struttura, la disposizione e il più delle volte il desiderio è quello di trasformarla come più si preferisce, cercando quindi di capirne i potenziali.

 

Il susseguirsi delle attività accrescono l'euforia: immaginarsi i nuovi spazi, le finiture, cercare la cucina, vedere dove posizionare un divano ad angolo, e il nuovo televisore, o ancora pensare al cammino o alla stufa pregustandosi il calore nelle giornate invernali. Poi la scelta del professionista a cui affidarsi per avere i migliori consigli, l'Architetto capace di tirare fuori tutto il potenziale della casa, le soluzioni migliori, chiedendo in giro, ad amici cha hanno già avuto un esperienza di ristrutturazione della casa, o addirittura conoscendo direttamente l'amico Architetto. Scelto l'Architetto professionista, insieme a lui si valutano diverse imprese edili capaci, professionali, cercando di equilibrare le giuste competenze con il prezzo disposti a spendere. Fino a questo punto, chi intraprende una ristrutturazione è ancora assolutamente inconsapevole di quello che veramente voglia dire. Fanno eccezione chiaramente gli addetti ai lavori, coloro che vivono come me, in mezzo a case in restauro. Parlo invece di tutti coloro per i quali la ristrutturazione di una casa non fa parte del proprio bagaglio professionale, e che quindi indirettamente o di riflesso sentono opinioni, esperienze altrui mai pesate come quando affrontate direttamente. Passata questa prima fase, quella entusiasmante, quella in cui tutto sembra bello, e in cui i primi problemi si affrontano con energia e decisione, con la vera operatività di una ristrutturazione inizia la collezione di problemi, errori e imprevisti, scelte non considerate, risultati opposti a quello che si sarebbe voluto ottenere. Si cede a compromessi necessari per riuscire ad avanzare, cercando di evitare accumuli di ritardo, costi aggiuntivi, stress, arrivando spesso a perdere lucidità ed energia da parte per affrontare quella che dovrebbe essere la trasformazione della casa. Durante la ristrutturazione di una casa  vengono alla luce particolari nascosti (tubazioni, nicchie, scarichi che percorrono giri diversi, pilastri non considerati...), spazi calcolati su carta in base a scelte e che poi risultano non applicabili (un lavandino alto rispetto alla finestra adiacente che deve aprirsi, una vasca più larga, una cucina lunga, uno scarico spostato con poca pendenza...), pendenze delle solette o stato delle strutture che peggiorano.

Spesso, Architetto e imprese, più abituati a situazioni simili ovviano a gran parte delle problematiche, ma agli occhi del proprietario che vorrebbe vedere procedere secondo i piani di progetto (personale e non architettonico), l'esperienza a cui si va incontro è decisamente provante e pressante.

E' un percorso a ostacoli, che vanno superati in un modo o nell'altro e che ridimensionano tutto quanto, e se all'inizio l'obiettivo era quello di ottenere la casa perfetta per sé, in fondo al percorso una buona parte dell'obiettivo diventa quello di concludere la ristrutturazione smussando tutti quegli spigoli che formavano il modello di casa all'interno della propria testa. Ho visto persone, sull'orlo di crisi di nervi, alcune in lacrime, specialmente nella fase finale della ristrutturazione, quella che non sembra mai finire. Ho visto addetti ai lavori essere insultati per il minimo problema creatosi (è fisiologicamente impossibile non averne in un progetto di lavoro su una casa, così ampio ed esteso su più fronti), solo per il fatto di arrivare verso la fine dell'intero lavoro su una casa (prendi per esempio i mobilieri) e dover affrontare clienti che nel corso di due quattro o sei mesi hanno accumulato una serie di problemi al più sconosciuti,, inattesi e logoranti.

Certamente non tutte le ristrutturazione hanno tali risvolti, ed alcune persone possono affrontarli anche con disinvoltura. Riporto soltanto quello che ho visto nella mia modestissima esperienza: le ristrutturazioni portano grandissime soddisfazioni che per raggiungere costano fatica, soldi, tempo, e una buona dose di pazienza pienamente ripagata nel lungo periodo. Ristrutturare una casa è come una corsa ad ostacoli, che se affrontata senza esperienza (allenamento) porta all'arrivo con ossa rotte, testa stanca, fiato corto, e stanchi di dover superare siepi, pozzanghere transenne, ma contenti di aver finito e raggiunto uno degli obiettivi più importanti di una vita.

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